Cos’è l’ingegneria tissutale?
L’ingegneria tissutale (in inglese Tissue Engineering) è l’applicazione pratica della medicina rigenerativa. Si tratta di una scienza multidisciplinare che, attraverso la semina di cellule staminali su appositi supporti (scaffold) e in presenza di specifici fattori di crescita (proteine segnale), ha lo scopo di costruire protesi biologiche o organi biologici per il trapianto nel paziente.
Il termine ”Ingegneria tissutale” nasce intorno agli anni settanta per indicare la manipolazione di organi e tessuti; in seguito il termine viene utilizzato per indicare quel campo interdisciplinare che applica i principi e i metodi dell’ingegneria e delle scienze della vita per sviluppare dei sostituti biologici di tessuti biologici o organi.
Nel 1994 viene fondata la rivista specialistica “Tissue engineering”. Ad oggi, l’ingegneria tissutale ha fornito risultati importanti nella rigenerazione della pelle e del nervo periferico.
Fondazione Tes ha in corso 2 progetti di ingegneria tissutale:
- un progetto per la realizzazione e lo studio di un nuovo materiale sintetico a base di alcol polivinilico (PVA ossidato), idoneo per l’allestimento di protesi per l’ingegneria tissutale. Considerato il suo carattere di innovatività, l’Università di Padova ha depositato un brevetto per il biomateriale e i dati sperimentali ottenuti dallo studio sono stati pubblicati nella prestigiosa rivista scientifica Journal of Tissue Engineering and Regenerative Medicine;
- uno studio di protesi ingegnerizzate per rigenerazione di nervi periferici lesionati a causa di patologie o traumi, con conseguente paresi o paralisi degli arti, in collaborazione con l’Istituto di Anatomia Umana dell’Università di Padova. La ricerca è in via di conclusione con la prospettiva di brevettare le protesi realizzate.
Le prospettive dell’ingegneria tissutale sono molto importanti non solo dal punto di vista medico, ma anche socio-economico. La Comunità Europea ha stimato che nei prossimi 15 anni l’ingegneria tissutale muoverà un giro d’affari di circa 300 miliardi di euro. Il National Institute of Health, l’agenzia governativa americana per la ricerca biomedica, ha stimato che il business quadruplicherà in 15 anni, ed è destinato a crescere in modo esponenziale.